lunedì 28 ottobre 2013

In Georgia le origini del vino


Secondo il biologo russo Nikolai Vavilov nella regione Transcaucasica (Georgia, Armenia e Azerbaigian) è riscontrabile la più antica cultura del vino del mondo


Ad attestarlo contribuiscono gli studi condotti da McGovern che tramite la metodologia dell'archeologia molecolare ha potuto analizzare non solo il DNA di un vinacciolo di 8000 anni fa ma anche un pezzo di legno di vite proveniente dal sito archeologico di Nosiri nella Georgia occidentale (inizio II secolo a. C.).
A testimonianza delle ricerche archeologiche a gennaio 2011 vi è stata un'ulteriore scoperta archeologica, di cui ha dato notizia la National Geographic Society: il ritrovamento in una grotta armena di quella che gli archeologi hanno definito come la più antica cantina del mondo. Gli scavi hanno portato alla luce un torchio per il vino e un recipiente per la fermentazione risalenti al 6000 anni fa.


Già in antichità i vini georgiani venivano apprezzati tanto che ne troviamo citazione in Omero, che nell'Odissea narra dei vini profumati e frizzanti della Colchide (l'odierna Georgia occidentale), e nelle Argonautiche di Apollonio Rodio dove ci viene narrato che gli argonauti trovarono all'interno del palazzo di Aieti una fontana stillante vino, e che poi gli eroi stessi si riposarono sotto l'ombra della vite.

Per farsi un'idea sul numero di varietà autoctone di vitigni, in Georgia vengono identificate e catalogate 524 varietà di uve autoctone, contro le circa 60 italiane e poco meno francesi. 


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